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"L’immagine è manifesta degli stati d’animo, del grido di disperazione o dei fantasmi del sogno del fotografo al punto che si instaura un rapporto quasi organico tra l’oggetto rappresentato e le proprie motivazioni. I pretesti individuati nell’esistenza banale, e l’inquietudine, deformata, istintuale, violenta, liberatoria, conducono l’operatore ad una stretta simbiosi con quello che intende rappresentare, e , nella rivolta culturale, l’interiorità converge con l’immagine.
La fotografia come una trasformazione di intime convinzioni; un‘ estraneità magica filtrato dal ricordo ed intrisa della poesia degli spazi. Immagini come specchio dell’esistenza che attingono nei viaggi dei territori immaginari di spazi interiori. La fotografia è per Ciccotti una rievocazione di interessi che spaziano, nei territori della sua terra, nei cicli e nelle stagioni della comunicazione. Sono reticoli di memorie, riporti quasi invisibili del suo universo mentale. Rifugge dalle presunzioni, abbastanza usuali tra gli artisti contemporanei; sa che il dovere di ogni ricerca è di ritrovare l’autenticità di un rapporto con i vari aspetti della vita, conoscere i legami tra le forme espressive e recuperare l’influenza del nostro patrimonio e della nostra origine.
Stupiscono queste immagini di Francesco Ciccotti: sono nuove, espressive, intime, delirate; sono un’avventura grafica che racchiude puzzle pieni di enigmi distintivi, disseminati lungo il percorso. Sono paesaggi come storie da sbloccare e da recuperare, serie di azioni da mettere in un ordine preciso ma anche peripezie testuali riprese da un inventario, dal quale il protagonista conserva forme e sensazioni rinvenuti in precedenza.
Come un writer-graffitista architetta attuali espressioni, sfornando un loop- ciclo continuo- di paesaggi essenziali alla ricerca di godimenti e sorprese, togliendo le reti di comunicazione sovrabbondanti; coniuga il trasferimento della sua interpretazione del reale in uno spazio fantasmagorico le cui coordinate sono legate ad un’interpretazione intima della funzione di conoscenza come centro evocativo.
Una forma d’espressione ironica e provocatoria, tesa a negare valori ragionevoli che esprimono liberamente, fuori da schemi precostituiti, passioni e disagio esistenziale e dove il recupero delle emozioni avviene in modo automatico fuori da intenti descrittivi grazie ad una sorta di ideismo soggettivo delle forme.
Una coinvolgimento deciso che implica una conoscenza antropica, impronte di processi morfologici che sono stati registrati e trasmessi con gli strumenti della nostra civilizzazione sensibile, come una presa di coscienza sui processi urbani e ambientali ma anche realtà cromo-grafica nella quale calarsi dall’interno con le proprie visioni e distacco esistenziale.
Come colui che discende, l’Avatar Ciccotti , per traslazione metaforica coniuga in uno spazio virtuale dei piccoli mondi, progetta per queste immagini linguaggi para-artificiali e frammentati che affascinano e stupiscono gli osservatori per la compressione di realtà; vi è altresì una strana convergenza tra il livello di aggregazione e il grado di separazione , una sorta di teoria dei grafi che mette in luce le essenziali reti di collegamenti della rappresentazione e riepiloga lo spazio.
Immagini che determinano modifiche rispetto allo stato della visualizzazione e provocano un’emozione completamente svincolata dal relais raziocinante; la forza del valore aggiunto, di surplus di senso, consente alla percezione visiva di innescare l’emozione, inducendo stati d’animo tra sorpresa e fascino, angoscia e fremito evocativo."
Enzo Carli
Enzo Carli
Sociologo, giornalista e per necessità intellettuale fotografo; ha partecipato a mostre, dibattiti e convegni sulla fotografia in Italia e all’Estero. Affettuoso allievo e amico di Mario Giacomelli, è autore di saggi e pubblicazioni sulla fotografia e sulla comunicazione per immagini.
È stato consulente di enti pubblici e privati sulla fotografia a livello internazionale;
direttore artistico di Human work, progetto europeo sulla fotografia, ha collaborato con la Biblioteca Nazionale di Francia e il Metropolitan Museum di Fotografia di Tokyo. Già docente di comunicazione, sociologia e cultura della fotografia e di comunicazione presso Università ed Istituti superiori, è attualmente professore di fotografia all’Università Carlo Bo di Urbino. Nel 1996 è stato inserito negli aggiornamenti culturali dell’Enciclopedia UTET; ha all’attivo numerose saggi e pubblicazioni (Fabbri, Alinari, Charta, Gribaudo, Il Lavoro Editoriale, Adriatica Editrice, Ed. Lussografica ...)
PanoramicaMente Tivoli 17-19 Aprile 2015
"Per due giorni consecutivi ho visitato la mostra di Francesco Ciccotti e ieri sera mi sono addormentato con le sue fotografie che mi scorrevano davanti come se ancora fossi li.
La sperimentazione lascia sempre un pò perplessi sopratutto quando non sei preparato ad osservare nuovi concetti sull'arte fotografica; ho dovuto ambientarmi un pò, respirare quella rappresentazione inusuale ai miei occhi, ho dovuto svuotare il mio cervello da vecchi canoni e pregiudizi, come un cassetto da tutte le vecchie cose e cianfrusaglie inutili.
Si è aperto un nuovo mondo, dove il classico con dettagli minuziosi e certosini si unisce come in un abbraccio verso nuovi orizzonti; le piazze al centro di ogni elaborazione sono il fulcro da dove tutto parte e prende inizio...sembrano queste nidi di api con il brulichio di persone laboriose attive a custodire un impareggiabile bene culturale che si proietta in un nuovo futuro, con nuova prospettive.
Alcune immagini rappresentate con i colori dell'oro, osservarle da lontano si ha proprio l'impressione di stare davanti a vecchi monili preziosi dell'Antica Roma ...e che fosse proprio questo il massaggio subliminale di Francesco racchiuso nelle sue opere?... Abbiamo un museo a cielo aperto di grandi bellezze e valore ineguagliabile, che lui con la sua arte preserva, suggella e custodisce e che spesso però,l'incuria dell'uomo e non del tempo porta all'inesorabile distruzione, grazie Francesco Ciccotti per queste tue immagini di bell'arte ma anche di riflessione."
Fotografo e Pittore Antonio Gregori
"Vedere con gli occhi della mente.
È raro che a Tivoli ci siano mostre interessanti, fuori dalla banalità e dallo scontato. Le anonime Scuderie Estensi sino al 19 Aprile sono personalizzate da un bellissimo evento fotografico.
Le opere sono di un interior designer che con la sua macchina fotografica ci introduce nel mondo dello spazio, quello che ci circonda. La lezione è magistrale perchè capiamo subito che non è lo strumento a sbalordirci ma la sua-nostra mente che rielabora le immagini e le restituisce in una confezione piena di magia.
Da non perdere nonostante i canali pubblicitari dei radical chic al governo della città siano sviliti."
Architetto Luigi Armando Gemmo
"Materializzazione della forza delle idee con efficacia comunicativa e artistica."
Professore Franco D'Alessio
"La realtà resa surreale in un gioco tra bidimensionalità e tridimensionalità.
Un viaggio astrale rimanendo con il corpo nello stesso punto. Emozioni racchiuse dall'abbraccio di queste forme sferiche dagli sfondi multiformi.
La creatività di Francesco rapisce e coinvolge l'occhio e il cuore dello spettatore facendolo spostare 'PanoramicaMente'."
Francesca Di Sarno
"Un punto di vista unico, 'SOSPESI AL SUOLO'."
Dottor Roberto Giamminuti